I fratelli Bocca
Il contributo più importante dato alla trasformazione in senso moderno dell’industria calzaturiera italiana ed alla nascita di quella meccano-calzaturiera va riconosciuto a Luigi Bocca ed a suo fratello Pietro. A Luigi Bocca spetta il merito di aver pensato, primo in Italia, alla produzione calzaturiera in termini industriali, incentrata cioè sulla standardizzazione del prodotto. Sebbene agli inizi del 1870 i tempi per la standardizzazione del processo produttivo e la sua meccanizzazione siano ancora prematuri, la pur semplice razionalizzazione consentita dall’idea di produrre a magazzino ha conseguenze enormi per la nascita e lo sviluppo di un’industria calzaturiera a Vigevano, in primo luogo, e di quella nazionale in secondo. I Bocca adottano e sviluppano l’organizzazione del lavoro delle cosiddette “batterie”. Le batterie, allora operanti nelle più progredite zone industriali lombarde e piemontesi, “erano costituite da piccole cooperative di non più di 12 intelligenti ed intraprendenti artigiani che lavoravano riuniti, sempre interamente a mano; ma attuando una rudimentale divisione del lavoro per cui uno tagliava, un altro giuntava, un altro ancora montava e così via fino alla completa confezione della scarpa”. Le implicazioni delle scelte organizzative dei Bocca sono rilevanti. Agli sviluppi organizzativi della lavorazione al banchetto viene associato un elevato incremento della produttività, sino a quadruplicare, in ragione del ricorso al “sistema a squadra” o al “sistema a giro”. Il sistema a giro consente una produttività maggiore e corrisponde di fatto all’integrazione in linea di operazioni diverse svolte da singoli addetti o gruppi di addetti; il sistema a squadra prevede una maggior formazione del personale, in compenso si “può fare anche nel laboratorio, ove si impiega una maestranza limitata. La squadra è fatta in generale di 3 operai, un uomo e due donne”. L’impiego delle donne, oltre a rappresentare un’innovazione radicale per la produzione calzaturiera, permette compensi differenziati sulla base dei compiti svolti –in tal senso nel 1907 i compensi medi “a dozzina” a Vigevano prevedono: 1,25 lire per l’uomo, 0,75 lire per la donna “chiodatrice” e 0,50 lire per l’altra. Cucitura della suola scoperta In assenza di vincoli strutturali e di barriere tecnologiche, la divisione del lavoro e la specializzazione delle lavorazioni divengono un modello imprenditoriale riproducibile a bassi costi. La produzione è specializzata, limitandosi inizialmente alla confezione di pantofole e scarpe da bambini e, in seguito, anche a calzature da donna. Per collocare il proprio prodotto, venivano organizzati due o tre viaggi all’anno al fine di visitare le principali città commerciali d’Italia e raccogliere le ordinazioni necessarie a dare occupazione per l’intero anno alle proprie maestranze. L’avventura di Luigi Bocca prende avvio nel 1873. Dopo aver cumulato le esperienze più diverse, quali lavorare da meccanico a Milano, partecipare con Garibaldi alla campagna del Tirolo e apprendere l’arte della realizzazione della tomaia ancora a Milano, insieme al fratello Pietro e al cognato Madonnini impianta a Vigevano la prima azienda per la produzione e lo smercio all’ingrosso delle scarpe. Lo stabilimento ha sede in via Beccherie (che successivamente diverrà via Giorgio Silva) e si avvale di “una quarantina di esperti operai” che i due fratelli portano con loro a Vigevano. In una lettera indirizzata al direttore del Corriere di Vigevano, la vedova di Luigi Bocca ricorda come il contributo del marito alla nascita del comparto calzaturiero vigevanese avesse investito sia lo sviluppo del prodotto sia quello del processo produttivo. In tal senso, si riporta che “nel 1880 i fratelli Bocca andarono a Parigi ed al ritorno portarono con loro vari tipi di scarpe che il Luigi seppe copiare a perfezione [e che, con riferimento al processo] si propose di insegnare la lavorazione delle scarpe alle donne, lottò e vi riuscì mettendo il malumore alla maestranza maschile [..] Nel 1900 ingrandì lo stabilimento ed avuta la forza motrice dalla spettabile casa Fratelli Bonacossa andò a Francoforte sul Meno casa Moenus comperò le macchine più moderne”. Nel frattempo il Madonnini si distacca dalla Società e fonda nel 1877 una propria azienda in C.so Umberto I (allora Principe Umberto), emulato nel 1882 da Pietro Bocca, che rimane nella vecchia sede, mentre Luigi Bocca si stabilisce nell’antica via del Teatro (ora Giovanni Merula). Queste tre prime aziende, mentre si disputavano il mercato e le maestranze formatesi poco a poco integrando elementi cittadini e forestieri, furono in pari tempo scuola e tirocinio per quelli che diventeranno in seguito i principali esponenti dell’industria calzaturiera vigevanese. Tabella 1 - Imprese produttrici di macchine, impianti o componenti specializzati per l’industria calzaturiera prima del primo conflitto mondiale
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