CERIM SPA - GAETANO PEDRETTI


CATALOGO A CURA DI: Enrica Invernizzi, Alessandra Miracca, cl. III B IDEAZIONE E PROGETTO GRAFICO: cl. III B  PROGETTAZIONE E ALLESTIMENTO MOSTRA: cl. III B, cl. V Ped, cl. V Sc. IDEAZIONE: Bruna Borgarello, Enza Pedretti COORDINAMENTO: Bruna Borgarello  RACCOLTA DOCUMENTI: Bruna Borgarello RIELABORAZIONE DIGITALE FOTOGRAFIE: Francesca Antonini, Martina Barbin, Giulia Bazzani, Martina Fogagnolo, Deborah Gatto, Erika Resente (cl.III B Liceo Psico-socio-pedagogico San Giuseppe)    Si ringrazia la sig. Enza Pedretti per aver messo a disposizione fotografie   e documentazione.    


sito internet della CERIM SPA

L’INDUSTRIA MECCANICA VIGEVANESE NEL PERCORSO DI GAETANO PEDRETTI

GAETANO PEDRETTI

Gaetano Pedretti nasce ad Arluno, e nel 1929 si trasferisce a Vigevano. Dopo la guerra lavora per cinque anni presso l’officina dei fratelli Besser e si specializza nella revisione di macchine per le calzature. Nel 1951 costituisce una piccola azienda artigiana; nel 1955 nasce la CERIM («Costruzione E Riparazione Macchine»).

Tra il 1956 e il 1958 Gaetano Pedretti brevetta la K58, una montaboette a colla a base idraulica cui seguono la K61 (montaboette a colla, economica di prezzo, competitiva tecnicamente) e la K63 (montapunte a colla idraulica): nello stabilimento di via Cantù si costruisce un prodotto, unico sul mercato fino al 1964, che viene venduto in Italia e all’estero, Spagna soprattutto. Nell’ultima edizione vigevanese della Mostra delle calzature, nel 1964, viene presentato un complesso  che dal taglio arriva al finissaggio della scarpa. È una proposta tecnologica tutta vigevanese, che suggerisce un modello industriale destinato ad affermarsi nel comparto calzaturiero.  Gaetano Pedretti progetta e realizza la K68, una montapunte idraulica che estende in cava il montaggio saldando il percorso della  montaboette  K58: una operazione che, per certi modelli di scarpe, abbrevia tempi, metodi e costi.

Gaetano Pedretti ha un forte ascendente sui suoi collaboratori, sa farsi ascoltare e seguire con autorità e carisma; riconosce nei suoi dipendenti, oltre alle capacità tecniche e ai rendimenti, la passione e l’attaccamento all'azienda e, nelle riunioni con i  collaboratori, valuta questo stato e lo premia. 

La CERIM è una grande famiglia: si condividono successi e difficoltà in uno spirito comunitario che è la sua forza: tradizionali sono i pranzi e le gite aziendali. Negli anni Settanta la CERIM si trasferisce in corso Novara; nel 1975 si trasforma in una società per azioni e la nuova generazione ne assume la gestione. Gaetano Pedretti diventa presidente della spa; nel frattempo, si costruiscono una serie di macchine nuove e l’azienda arriva ad occupare 160 dipendenti: ha uno staff dirigenziale di alto profilo; è un punto di riferimento per le lotte sindacali e per i rinnovi contrattuali: una volta accettati dalla CERIM, gli accordi sono estesi a tutto il settore metalmeccanico calzaturiero.  

Negli anni Ottanta incentiva l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e la CERIM ottiene riconoscimenti nazionali e internazionali: l’ICE, le Camere di Commercio, le associazioni territoriali e nazionali hanno certificato con premi e attestati la sua storia. E' instancabile nel mettersi alla prova, nello sforzo di ricerca e di conoscenza. Nella tensione costante a progredire, a trovare nuovi sbocchi, a destreggiarsi sul mercato internazionale, anticipa la necessità attuale di conoscere le lingue straniere: studia il francese in un corso per autodidatti su cassette e impara lo spagnolo “sul campo”. Ama confezionare anelli e bracciali in acciaio e rame; ama la falegnameria; ha una grande passione per la caccia che è per lui un momento di svago; ama anche viaggiare, per lavoro e per interesse personale, sempre spinto dal desiderio e dal piacere di conoscere i luoghi e di capire mentalità e tradizione, cultura e abitudini delle persone che incontra. Il suo grande rimpianto è quello di non aver potuto studiare musica: per questo, in ogni possibile occasione, cerca di ampliare la cultura musicale con una sete di conoscenza che lo porta a possedere una nutrita collezione di dischi di musica classica; cerca di non mancare ai concerti del Teatro Alla Scala di Milano e alle rappresentazioni all'Arena di Verona.  Nel rispetto della più autentica tradizione vigevanese, è solito trascorrere, con gli amici di tutta una vita, momenti di allegria nella casotta sul Ticino.

Il 1997 è un anno ricco di soddisfazioni e di onorificenze che gli vengono attribuite dalla sua città e che si sommano a tutti i riconoscimenti che ha avuto, in Italia e all'estero, nel corso della vita imprenditoriale: a giugno è nominato Presidente del Rotary Club Vigevano-Mortara; ad ottobre viene premiato durante la celebrazione dei SS.  Crispino e Crispiniano, patroni della categoria dei calzolai. E' convinto assertore della necessità dell’educazione al mestiere. Nel 1998 dimostra l’intenzione di avviare uno studio sulle problematiche e le prospettive della formazione professionale a Vigevano, e organizza anche un incontro con il Rotary Club, di cui è presidente, sul tema «Ambiente e giovani», perché crede che il futuro siano i giovani e che bisogni istruirli al mestiere.  

Gaetano Pedretti segnò profondamente la storia di Vigevano. La sua figura ci trasmette il senso dell’impegno, l’aiuto a distinguere quello che è importante da quello che lo è meno: qualità fondamentali in una società dove prevalgono desiderio di successo, arroganza ed egoismo. Credeva nel rispetto degli amici e dei familiari, che lo hanno sempre sostenuto. In lui, era evidente il carattere di un uomo riservato e discreto, che ha sempre evitato clamori e riconoscimenti pubblici ricercando una vita tranquilla e semplice.

Accanto a lui troviamo la sig.ra Teresa, compagna del viaggio di una vita intera, che con la sua presenza discreta, silenziosa e riservata, è stata preziosa collaboratrice aiutando, sostenendo, incoraggiando: una presenza-sostegno, che cerca di coniugare la riuscita dell’ascesa sociale del marito alla vocazione della maternità e all'educazione delle due figlie.



IL FUTURO È  GRANDE PER QUELLI CHE HANNO FIDUCIA        Rita Levi Montalcini 

 

GAETANO PEDRETTI

Persona aperta al nuovo, ha avuto un disegno di vita convincente e rivolto a scommettere sul futuro poiché era pieno di fiducia. Aveva talento, il talento che è un dono, che non si impara, ma che va coltivato con lavoro, intelligenza e sacrificio. Lui lo ha fatto e questo si è trasformato in creatività che lo mise in grado, partendo dal nulla, di definire processi aziendali diventati esplorazioni del nuovo e del possibile. 

Mario Bonzanini


La donazione all'Istituto S. Giuseppe di un’aula specialistica in cui i giovani possano stare a scuola in modo attivo e operativo, rispecchia la personalità di un uomo, qual era Gaetano Pedretti, calato in una società che, solo grazie alla fiducia nel futuro e alla tenacia della continua ricerca, può progredire: solo così possiamo davvero perpetrare la sua figura, certi della piena rispondenza alla sua personalità.


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