Mario Moreschi nasce il 2 giugno 1904 a Palazzolo sull’Oglio (BS). Il
padre è un direttore di un’industria tessile, avendo trasferito la famiglia ad
Adorno Micca nel Biellese. La mamma era morta giovanissima ed il padre si era
subito risposato.
Mario segue corsi tecnici (Scuola teorica – pratica di
tessitura a Miagliano e Occhieppo presso il Cotonificio F.lli Poma.
Successivamente fece il piazzista e poi lavorò in banca
(Cassa di Risparmio di Biella).
Segue nel frattempo la sua passione per la musica e dirige
l’orchestra “Moreschi”, oltre a quella per il volo dove riceve il brevetto di
pilota di primo grado nell’agosto 1937.
Partì volontario per la guerra in Libia e fu ferito ad un
braccio.
Sposò nel 1928 Iolanda Olivetti conosciuta ad Occhieppo. Nel
1929 nacque la figlia Emma e nel 1934 il figlio Gianbeppe.
Nel 1942 fu nuovamente volontario in Croazia e fece ritorno
a casa dopo l’8 settembre ’43.
Abitò allora a Cossato ed ebbe come vicino di casa un
commerciante di scarpe con un’industria di calzature a Vigevano (Rinaldo
Robiolio, titolare della RIV – Robiolio
Incerti Vigevano) che gli offrì il posto di responsabile amministrativo presso
la sua fabbrica.
La collaborazione inizia già nel ’44.
L’evoluzione
Il 16 ottobre 1946 Moreschi decide di mettersi in proprio
con altri due soci e fonda il Calzaturificio Biellese con sede a Vigevano in
via Mulini 13 con produzione di scarpe da uomo di qualità elevata. La fabbrica
impiega 3 orlatrici, due calzolai, una tagliatrice (“taioeura”), 2 montatori,
due fresatori, uno smerigliatore e due in guarnitrici. Ci sono solo due
macchine, il resto si fa a mano.
Nel 1949 Moreschi trasferisce la famiglia a Vigevano.
Nel 1950 il Calzaturificio Biellese è liquidato e Moreschi
apre, con un nuovo socio, il nuovo Calzaturificio Morres in via Madonna degli
Angeli 2 sempre a Vigevano con 12 operai ed una produzione di 20 paia al giorno,
il tutto su 300 mq. La qualità del prodotto è inferiore a quella precedente del
Calzaturificio Biellese (i prezzi variano da 3.300 a 4.500 lire al paio).
La vendita è affidata a 12 agenti plurimandatari.
Nel 1953 il figlio Gianbeppe inizia la sua attività in
azienda seguendo un rappresentante della
zona di Varese.
Nel frattempo la
Morres aveva iniziato ad essere presente alla annuale Mostra
Mercato delle Calzature.
La prima esportazione della Morres è del 1955 in Germania.
La produzione passa da 5.000 paia all’anno nel ’54 a 14.000
nel ’56. Iniziava la parabola ascendente dell’esportazione che, da un iniziale
4% della produzione annua, è passata al 77% dei giorni nostri (un grosso
importatore è il mercato giapponese che già negli anni ’60 costituisce il 16%
dell’intera esportazione).
Il 9 novembre 1957 muore il fondatore Mario Moreschi
lasciando ai figli un’azienda piccola ma con un prodotto che si stava
affermando.
L’era di Gianbeppe
Alla morte del padre, Gianbeppe, a soli 23 anni, prende le
redini dell’azienda (suo braccio destro è un vecchio compagno di scuola,
Giuseppe De Paoli).
L’azienda si arricchisce di nuovi collaboratori
particolarmente capaci: il modellista Giuseppe Mangione, il capo fabbrica
Alfonso Naldani e sua moglie Ivana Luppi capo delle orlatrici e il cugino di
Gianbeppe, Armando Capellaro come venditore. Oltre alla sorella Niny che
lavorerà 10 anni in azienda fino al suo matrimonio.
Nell’agosto 1961 la fabbrica si trasferisce in via Montello
(passando da 300 mq a 1.400).
Nasce una nuova struttura commerciale con un venditore per
l’Europa (Gerardo Duse). La Morres
sfonda anche sui mercati del Nord Europa, in Francia, in Tunisia, in Algeria,
nel Sudan, negli USA.
Nel ’63 inizia l0utilizzo del peccary fino ad allora
utilizzato solo per la produzione di guanti.
Il marchio Moreschi
Una ditta di Parma, la
Morris, intenta una causa adducendo il fatto che la Morres avrebbe copiato il loro
marchio. Il 1 gennaio 1963 nasce il Calzaturificio Moreschi.
I passi successivi
Nel 1969 nasce una nuova azienda, la Stemar (dalle iniziali dei due figli
Stefano e Mario), in via S. Giovanni a Vigevano che inizia con una quindicina
di operai (oggi sono 160).
Anche la Moreschi
si amplia in termini di personale: aveva iniziato con 39 unità nel 1957 per
arrivare agli attuali 300.
Il gruppo si arricchisce anche della Chiari, con 30
dipendenti, operante nel campo della
pelletteria.
Nel 1970 e nel 1971 la
Moreschi apre due negozi per la vendita diretta a Milano.
Le condizioni di lavoro, inoltre, vedono la Moreschi come fabbrica di
avanguardia: già nel ’69 è introdotta la settimana corta di 5 giorni di 9 ore
ciascuno.
Anche in termini di ambiente fisico di lavoro la Moreschi ah visto diverse fasi di
ristrutturazione e sviluppo: la prima manovra del ’58, la ristrutturazione
completa del ’61, gli ampliamenti del ’78, dell’82, dell’83, dell’84, dell’88,
del ’95.
Come curiosità nell’80 e nell’89 la Moreschi confezionale scarpe da
passeggio per il Papa.
Oggi la produzione è attestata sulle 200.000 paia di scarpe
l’anno che arrivano in 60 Paesi del mondo attraverso 700 punti commerciali.
I figli di Gianbeppe
Tutti e tre seguono gli studi tecnici e sono per diverso
tempo all’estero per imparare le lingue oltre ad una “scuola di vendita” sul
campo presso negozi di importanti clienti esteri.
Mario entra per primo nell’84, parla tre lingue ed ha una
forte propensione commerciale. Si occupa anche del settore pelletteria.
Stefano, dopo alcune esperienze giovanili saltuarie, è in
azienda in pianta stabile dall’86. Segue prevalentemente il processo produttivo
oltre che della Stemar.
L’ultimogenito Francesco raggiunge i fratelli nel ’92 per
seguire anch’egli il processo produttivo, l’informatica e il mercato americano.
Il nuovo insediamento produttivo
Da alcuni anni il gruppo Moreschi in un nuovo insediamento
produttivo in Vigevano su una superficie di 68000 mq (di cui 19.000 coperti e
20.000 dedicati al verde).
Gli addetti totali sono passati a 450 e la produzione si
attesta sulle 300.000 paia di scarpe l’anno.
Ancora una volta la qualità dei prodotti e la continua
ricerca tecnologica restano al primo posto negli obiettivi dell’azienda : i
passaggi della lavorazione sono sempre numerosissimi (da 250 a 350) ed il prodotto resta un 100
% made in Vigevano.