- Il territorio, la Città ed il suo governo 2. La storia economica
COMPENDIO DI STORIA DI VIGEVANO(tratto dalla pubblicazione di Rolando Di Bari – Vigevano e la sua storia) Preistoria Il territorio è poco abitabile, acquitrinoso e con insediamenti possibili solo presso il corso dei fiumi Sesia e Ticino. Le rive del Po sono meno abitabili a causa della capricciosità delle sue acque.I primi uomini, quindi, si insediano presso i due fiumi indicati su terreni leggermente sopra elevati.I primi ritrovamenti datano tali insediamenti attorno alla fase finale dell’era del bronzo (XII-X secolo a.C.).Dopo alcuni secoli di abbandono, per cause ignote, delle terre lomellina, la popolazione riprende il proprio insediamento verso i sec. VII-VI a.C. nei quali si formano i primi villaggi stabili.E’ nel secolo successivo (il IV a.C.) che popolazioni provenienti dalla Gallia superano le Alpi e fondano nuovi villaggi stabili in Lomellina. Capo delle tribù barbariche è Belloveso al quale la tradizione attribuisce anche lo fondazione di Milano. Epoca romana Anche i Romani fanno la loro apparizione su queste terre: nell’anno 222 a.C. sconfiggono le armate gallo-italiche a Castidium (l’attuale Casteggio) e lasciano i primi insediamenti di natura militare (emporii) costruendo nuove strade di comunicazione presso le quali erigere gli accampamenti destinati ai militari stessi. Lentamente i soldato romani si amalgamo con le popolazioni locali e si organizzano in insediamenti più strutturati, i castra. Nel corso di due secoli l’amalgamazione fra romani, celti e italici è completata.All’interno delle castra si formano le mutationes cioè stazioni intermedie dove i viaggiatori si riposano e possono rifocillarsi e le mansio vale a dire stazioni di maggiori dimensioni. In particolare la Lomellina (denominata Alliana nella settore centrale e Cottuta nella parte nord occidentale) era attraversata da diverse strade che univano Ticinum (poi Papia e poi ancora Pavia) a Vercelli e Torino, quindi alle Gallie. Ungo queste direttrici erano situate la mutatio di Dorno e la mastio di Lomello. L’abitato dell’attuale Vigevano trova i primi insediamenti, sicuramente provati, in epoca longobarda con un nome di chiare origini germaniche cioè Vicogebuin o Vicogeboin. Il borgo non era dislocato lungo le grandi direttrici di comunicazione e resta, quindi, per parecchio tempo un sito di poche abitazioni e fuori dallo sviluppo di latri centri come appunto Lomello e Dorno.
I Longobardi Già dal II secolo d.C. i Longobardo avevano iniziato a violare i confini naturali della Penisola soprattutto al Nord invadendo le terre agricole e non trovando resistenza nella povera popolazione locale. Ciò aveva portato ad una nuova riduzione della popolazione. Nel 568 , provenendo dalla Pannonia, (pressappoco l’attuale Ungheria) i Longobardi arrivano a Pavia che conquistano dopo ben 3 anni di assedio e si stabiliscono anche a Lomello, divenuta la seconda città del loro regno settentrionale che durerà ben 206 anni. I Franchi Nel 753 i Franchi sconfiggono i Longobardi nella battaglia di Pulchra Silva (Mortara dall’occasione cioè Mortis Ara o Ara dei Morti). Al Nuovo Stato fu dato il nome di Sacro Romano Impero. L’importanza di Lomello decade. Pavia è riconfermata capitale anche dai Franchi. Inizia l’ascesa di Milano. Vicogebuin La prima citazione è di un documento dell’816 in cui appare con il nome Vicogena. Un documento successivo del 963 riporta, invece, la dizioni più frequente di Vicogebuin che avrà alcune varianti in successivi documenti come Vicogeboin, Vicogebuin, Vicgeuin. In ogni caso il documento citato è custodito nell’archivio Capitolare di Novara e tratta la permuta di alcuni terreni di un certo Grauso, arciprete nella chiesa di S. Pietro di Vico Masingo (l’attuale S. Pietro in Mosezzo presso Novara) e custode della basilica di S. Ambrogio in Vicogebuin. Nel documento si parla di un borgo in posizione sovrastante la piana alluvionale del Ticino per il quale si possono presupporre le caratteristiche di un Castrum cioè di un borgo fortificato dedito all’agricoltura potendosi avvalere di una ricchezza non comune di acque. Lungo i sentieri che lo collegavano agli altri borghi sorgevano altri piccoli centri abitati con una loro piccola chiesa ed un’osteria. Feudi e feudatari Il coinvolgimento del territorio di Vigevano avviene quando l’imperatore Corrado il Salico, venuto in Italia per essere coronato re, non è riconosciuto dai pavesi che sono invasi, unitamente alla Lomellina dalle soldataglie germaniche. Siamo ai primi anni dell’XI secolo e il piccolo borgo di Vicogebuin è ininterrottamente condizionato dalle beghe delle investiture feudali. Nel 1065 Vigevano con diploma di Enrico IV è dichiarata libera da ogni pretesa feudale (di Pavia e Milano). Inizia la parabola scendente del borgo che lo porterà a diventare l’insediamento più importante dell’intera Lomellina. Nel 1099 lo storico Simone del Pozzo cita che il vigevanese Oberto Biffignandi era tornato carico di gloria dalla Prima Crociata: Vigevano era quindi in grado di armare un proprio esercito. Qualche anno più tardi (anche se non si sono trovati documenti ufficiali che ne attestano una data sicura) Vigevano diventerà Libero Comune. Il Barbarossa Nell’era del Barbarossa Vigevano viene a trovarsi in mezzo alle dispute fra Pavia e Milano. I vigevanese si schierano con i pavesi e spesso nelle battaglie fra i due eserciti lasciano molti uomini sul terreno. Nel 1157 le truppe pavesi in ritirata si rifugiano nel castello di Vigevano. Sono sconfitte e la Rocca è incendiata. IL Barbarossa torna in Italia nel 1158, distrugge e dopo vari tentativi Milano. Vigevano non si schiera e l’imperatore si fa costruire una casa di caccia in località Predalate. Il 24 maggio 1164 rilascia alla famiglia Biffignandi la concessione esclusiva di estrazione dell’oro dalle acque del Ticino. La rivolta dei Comuni Lombardi e la nascita della loro Lega vede Vigevano partecipare al loro esercito con un centinaio di uomini e, quindi, far parte dei vincitori. Vigevano continua nella sua alternanza fra Milano e Pavia. Il 24 agosto 1198 Vigevano è nominata dal console di Pavia , Beltramo Cristiani, borgo della città di Pavia con la anonima contemporanea di consoli e consiglieri del comune vigevanese che, però, resta ugualmente nella sfera di Milano. In particolare Milano è interessata a mantenere il ponte sul Ticino che unisce la città con il Monferrato. Il ponte è distrutto dai pavesi nell’anno 1200 e ricostruito dai milanesi un anno dopo. Gli anni successivi Nel 1219 Federico II riconferma il possesso di Vigevano da parte dei pavesi. Il Comune disattende le disposizioni imperiali e il 20 ottobre dello stesso anno Federico dichiara di prendere sotto la sua protezione il Castello e il borgo di Vigevano. Il 23 novembre 1220 l’imperatore rinnega le precedenti concessioni e rinnova l’ingiunzione di distruggere il ponte. Alcuni anni più tardi Vigevano aderisce alla Seconda Lega dei Comuni Lombardi. Nella battaglia di Cortenova del 27 novembre 1238 la Lega fu sconfitta . Vigevano passò definitivamente sotto Pavia e il ponte fu distrutto. La Chiesa vigevanese La Chiesa vigevanese era sempre stata sotto la giurisdizione dell’episcopato di Novara (ciò continuerà fino al 1530). Ritornando indietro nei secoli, il borgo aveva una sua chiesa all’interno della fortificazione e piccole chiese al suo esterno (S. Vittore, Sirpi, Preducla, ecc.). Si ipotizza all’inizio del XIV secolo l’erezione di un primo duomo dedicato a S. Ambrogio a continuazione di una chiesa con lo stesso nome all’interno del borgo. I Torriani A Milano si instaura la dinastia della famiglia Della Torre. Nel 1267 il loro esercito ricostruisce il ponte sul Ticino ed il 10 giugno dello stesso anno entrano in Vigevano. Fra Milano e Pavia si addiviene ad un accordo che ritorna il borgo a Pavia. Il 14 febbraio dell’anno successivo i giovani vigevanese annienta la guarnigione pavese in Castello e ritorna sotto la protezione dei Della Torre che durerà fino al 1310. Le guerre fra Milano e Pavia continuano negli anni successivi. Nel 1278 Vigevano passa sotto il controllo della Marca Monferrina. La cinta fortificata La svolta principale per l’evoluzione di Vigevano avviene nel 1319 quando Luchino Visconti è nominato podestà del libero Comune di Vigevano. Dopo un breve passaggio sotto il comando del novarese Calcino Tornelli, Vigevano ritorna sotto i Visconti (Giovanni) nel 1332. Luchino Visconti E’ podestà di Vigevano nel 1319e una seconda volta dal 1337 alla sua morte per avvelenamento il 24 gennaio 1349 (mandante era stata la moglie Isabella Fieschi stanca delle sue avventure extra coniugali!). A lui si devono soprattutto le nuove costruzioni di fortezze e cine fortificate , la Rocca Nuova e la strada coperta del Castello. Il progetto sarà ripreso dopo oltre un secolo da Ludovico il Moro. In realtà nel 1345 Luchino aveva acquistato vecchi edifici all’interno del Castello vecchio per abbatterli e fare costruire il nuovo Castello. Vigevano passa al Monferrato Avviene nel 1356 dopo la sconfitta dei Visconti ad opera dei Paleologo. Il dominio dei Paleologo con Giovanni II del Monferrato resterà fino al 1359 dopo la conquista di Pavia da parte di un’armata dei Visconti condotta da Luchino Dal Verme. Vigevano ritorna ai Visconti Vigevano riprende il suo sviluppo e la costruzione di nuovi edifici in stile gotico (la chiesa di S. Pietro Martire 1363 unitamente ad altre costruzioni simili in altre località nello stesso periodo). Si succedono al comando della città Galeazzo II e Bernabò Visconti che spendono parecchio tempo ed energie in guerre con gli Stati vicini dalle quali, però, Vigevano è esclusa. Si narra anche che i due fratelli fossero dispotici e particolarmente crudeli (Bernabò faceva sbranare i popolani rivoltosi da cani feroci che teneva in numero di ben 5.000 in un’apposita casa a Vigevano denominata casa dei cani). Nel 1381 Giangaleazzo, figlio di Galeazzo II cede Vigevano alla madre Bianca di Savoia. Bianca esercita il suo potere per sei anni lasciando ampio spazio al Consiglio Comunale. Istituisce una scuola pubblica, stabilisce regole per il mercato cittadino (1381), ordina lavori di restauro al Castello (1382),, lancia il primo censimenti della popolazione. Muore nel 1387. La segue il figlio Giangaleazzo che continua l’opera della madre: permesso agli ebrei di risiedere nel territorio e praticare l’usura, dono al Comune del porto sul Ticino e relativo dazio, nuovo censimento, nuove imposte per finanziare le continue guerre esterne, il decreto che obbliga i falsificatori di atti pubblici di girare in città con un cappello in testa mentre un boia li frusta, nel 1392-93 promulga gli Statuti con le regole della vita cittadina (è il precursore del passaggio effettivo a città che avverrà solo 138 anni più tardi!) e svincolano Vigevano dall’appartenenza al contado di Pavia. Fra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo a Vigevano fioriscono nuove costruzioni ecclesiali: conventi, chiese, ospedali, orfanotrofio e altri ancora. Le vicende successive dei Visconti, particolarmente complesse, non interessano direttamente Vigevano. Negli ultimi anni del dominio dei Visconti la comunità si era riappropriata del Castello e delle fortificazioni ed aveva iniziato i lavori di scavo del Naviglio di Vigevano (Successivamente chiamato Naviglio Sforzesco), l’ampliamento delle chiese di S, Pietro Martire e di S. Francesco. Nel 1455 arrivava in città Giovanni Francesco Carreri domenicano mantovano popi proclamato beato e attualmente patrono della città. Il 4 ottobre 1448 Vigevano firma un patto di alleanza difensiva con la Repubblica Ambrosiana (ne è artefice Pier Candido Decembrio al quale è oggi dedicata una via della città). La dominazione degli Sforza Nel 1449 gli Sforza passano il Ticino e si accampano presso Vigevano. Francesco Sforza e il Colleoni attaccano la città. Dopo ben otto assalti (l’ultimo era stato respinto da un manipolo di donne comandate da Camilla Rodolfi (alla quale è dedicata una via della città) sono costretti alla ritirata. La battaglia era durata otto ore. La città chiede la resa a condizioni. Gli Sforza entrano nel borgo accolti come alleati non vincitori. I guasti provocati dalla battaglia furono presto riparati e si da’ inizio alla costruzione del maschio per preparare la cittadina in residenza ducale. La corte locale diventa luogo di ritrovo di artisti e scienziati con un notevole arricchimento intellettuale.Si iniziano le prime coltivazioni di riso. A Francesco Sforza succede Galeazzo Maria che fa creare un collegamento riservato ai nobili per passare dal maschio alla chiesa di S. Pietro Martire. E’ anche l’epoca del frate Carreri (v. sopra) che sarà nominato beato da Papa Leone X nel 1518. Nel frattempo il borgo si trasforma in residenza signorile e molti agglomerati esterni sono conglobati nel borgo stesso. La corte passa la maggior parte del tempo a Vigevano in pieno ozio con feste e ricevimenti, tornei, incontri con dotti, poeti e scienziati. Le concessioni a favore della città si moltiplicano: concessione d’uso delle acque del Naviglio, la costruzione di una strada verso il porto del Ticino (1480), la derivazione a scopo irriguo delle acque del Sesia (1481), la possibilità di cacciare i lupi (1482), la possibilità di alzare il rivellino d’ingresso del Castello e di dotarlo di campane, l’esenzione dalle tasse di importazione del grano (1483), esenzione totale dalle tasse per i lanieri (1488). Nel 1490 si inizia una trattativa con il Pontefice (Alessandro VI) per la costituzione di una diocesi della città. Ludovico il Moro crea la cascina modello eretta nel territorio di una tenuta ducale a sud della città , l’attuale Sforzesca. Il complesso è iniziato nel 1486. Nel 1494 la tenuta ha un’estensione di ben 858 ettari. Nel 1497 il duca la donò alla moglie Beatrice d’Este che, però, morì di parto. La tenuta venne così donata ai domenicani di S. Maria delle Grazie a Milano dove Beatrice fu sepolta. La tenuta arriverà alla sua massima espansione nell’Ottocento con 1.600 ettari, la costruzione della villa padronale e della chiesa di S. Antonio Abate si disegno dell’architetto Giacomo Moraglia. Sotto il comando di Ludovico il Moro si ebbero anche importanti interventi costruttivi nel Castello e nelle sue fortificazioni: si costruiscono e rinforzano i terraggi, la cintura muraria esterna, una nuova rocca, .e altri ancora. Altra opera ad imperitura memoria del Moro fu la costruzione della Piazza Ducale con l’abbattimento di molte abitazioni che si affacciavano su una larga via già nota come quartiere dei mercanti. Nel periodo erano presenti in loco grandi artisti come Donato Bramante e Leonardo da Vinci, anche se non esistono sicure testimonianze del loro intervento diretto per la costruzione della Piazza. Siamo in pieno Rinascimento. Nel 1499 il Moro abbandona Vigevano e Taddeo da Bergamo consegna la città alle truppe francesi guidate da Giangiacomo Trivulzio (una via gli è ancora dedicata in città). Il 3 novembre dello stesso anno il Trivulzio entra in Vigevano come governatore del ducato e marchese della città. Lo stesso 11 novembre nella stessa Vigevano Luigi XII di Francia proclama il nuovo ducato di Milano. La proclamazione era avvenuta proprio nella città che aveva dato i natali al Moro. Nella vita del Moro c’è ancora un tentativo di riappropriarsi del ducato di Milano fallito. Il Moro è fatto prigioniero e trasferito in Francia dove morirà nel Castello di Loches il 27 maggio 1508. Nel frattempo a Vigevano il Trivulzio aveva avviato la fabbrica degli arazzi e nuove attività commerciali e produttive. Nel 1507 anche a Vigevano arriva la peste che farà un migliaio di vittime.Le vicende belliche continuano e si crea un’alleanza fra gli Sforza, gli svizzeri e le truppe imperiali. Questa nuova compagine riconquista il ducato di Milano e il cardinale svizzero Matthaeus Schiner è nominato marchese di Vigevano nel 1512. Le truppe svizzere saranno nuovamente sconfitte nel 1515 dai francesi nella battaglia di Marignano (l’attuale Melegnano) riconquistando il ducato di Milano. Il marchesato di Vigevano ritorna al Trivulzio che vi resterà fino alla sua morte nel 1518. Il cardinale Schiner aveva lasciato la città per Roma dove morirà nel 1522. I francesi alleati agli svizzeri sono sconfitti dalle truppe spagnole (27 aprile 1522 battaglia di Colonna). Gli spagnoli si insediano a Vigevano con il potere nelle mani di don Alfonso d’Avalos (via dedicata in città)(nel frattempo un’altra epidemia di peste , aprile- agosto 1524 aveva fatto solo a Vigevano ben 15.000 vittime). A Vigevano si susseguirono fatti sanguinosi come l’eccidio di 300 persone ad opera degli spagnoli a causa di tumulti creati da nuove, pesanti imposizioni nel 1526. In questo periodo si assiste alla nascita di una diocesi cittadina (primo vescovo sarà il pavese Galeazzo Pietra). Francesco II Sforza, alleato degli spagnoli, aveva nuovamente acquisito nel ducato di Milano la nostra città. Alla sua morte a soli 40 anni e senza eredi, Vigevano diventa definitivamente una colonia spagnola. Nel frattempo nella città erano sorte le prime industrie tessili che si affiancavano alle antiche attività della lavorazione della lana e a quella della canapa. Il riso, la cui coltivazione era iniziata nel 1470 per volere di Giangaleazzo Sforza nelle sue tenute di Villanova di Cassolnovo, già 10 anni dopo era in grado di far fronte al fabbisogno dell’intero ducato di Milano e ad una nascente esportazione. Vigevano assumeva, poi, il 2 febbraio 1532 il titolo di “contado” cui facevano capo Gambolate (Gambolò), Cillavenia (Cilavegna), Gravalona (Gravellona), Nicorvo, Rodobio (Robbio), Palestro, Conflentia (Confienza), Vinzallo (Vinzaglio), Turrione (Torrione fraz. di Vinzaglio), Villanova, Cassoloveteri e novo (Cassolvecchio e Cassolnovo). E’ anche l’epoca dei primi vescovi della città la cui storia è molto ben descritta nella storia della diocesi (vedi documento). La storia vigevanese di fine XVI secolo è intrisa di accadimenti legati al clero (la gestione del monastero nel 1537 di S. Pietro Martire da parte di Micheli Ghisleri poi papa Pio V ed ancora più tardi santo, fondazione dell’Ospedale del SS. Sacramento nel 1566). Altri accadimenti di rilievo del periodo furono la peste del 1630, l’invasione delle truppe francesi nel 1645 al termine della guerra dei Trent’anni, la riconquista spagnola del 1646. Il 1700 Alla morte di Carlo II di Spagna che non aveva eredi, i francesi riconquistano Vigevano. Ma già pochi anni più tardi (nel 1706) Vigevano passa agli Austriaci. Occorre arrivare fino al 1748 perché l’imperatrice d’Austria Maria Teresa faccia dono del territorio di Vigevano al Piemonte sotto l’amministrazione di Carlo Emanuele III di Savoia. Evento significativo legato all’amministrazione austriaca era stato il catasto generale dello Stato (a Vigevano era stato completato nel 1739). Alla fine del secolo, dopo le conquiste napoleoniche, anche Vigevano passa al nuovo padrone nel 1797 entrando a far parte del Dipartimento del Sesia (nel 1800 entrerà nel Dipartimento dell’Agogna). Poco dopo, il 9 febbraio 1801, è proclamata la Repubblica Cisalpina che, ampliata con il tortonese, il 25 gennaio 1802 prenderà il nome di Repubblica Italiana. Vigevano contava 11.00 abitanti, era sede di una viceprefettura, di una Camera di Commercio (istituita il 26 agosto 1802) e di un tribunale di Prima Istanza. Il ritorno dei Savoia Con la pace di Vienna, la Francia perde il possesso della Lomellina e di Vigevano che tornano ai Savoia. Nel 1816 in città è istituita la leva obbligatoria, venne completata la costruzione delle carceri, fu inoltre istituita la Provincia di Lomellina (comprendente anche Vigevano). La diocesi raggruppa tutte le parrocchie fra il Ticino e il Sesia. Nel 1836 sorge il primo stabilimento cittadino, il cotonificio Corsiglia e Figari. Nel 1839 sorge il Convitti Saporiti. Come facente parte del Regno sabaudo la città partecipa a tutti gli eventi bellici delle Guerre di Indipendenza (l’armistizio del 5 agosto 1848 conseguente alla sconfitta di Custoza delle truppe sabaude contro gli austriaci è firmato a Vigevano). Nel 1855 ha inizio la costruzione della linea ferroviaria Vigevano .- Mortara, nel 1857 nasce la locale Cassa di Risparmio. Nel 1859 Vigevano è nel mezzo delle operazioni belliche della II Guerra di Indipendenza. Nel 1870 Vincenzo Roncalli fonda l’omonimo Istituto Arti e Mestieri, nel 1872 nasce la seconda banca cittadina ; la Popolare di Vigevano. Il 1900 Alla vigilia della I Guerra mondiale Vigevano ha 20.000 abitanti e riscuote molto successo nel mondo della produzione calzaturiera (nel 1906 era stata costruita una centrale elettrica, nel 1908 si realizza l’Istituto Neurone, nel 1907 il pubblico macello e le scuole Margherita, nel 1911 il nuovo Ospedale Civile). Il fascismo Dopo l’epidemia della spagnola che aveva fatto centinaia di vittime in città, a Mortara nel 1920 fu creato il primo “fascio di combattimento”, a Vigevano poco dopo con sede in una pasticceria del centro con a capo Gaspare Omodeo, un reduce della guerra. All’indomani della marcia su Roma, l’Amministrazione comunale di orientamento a sinistra, è sciolta e sostituita da elementi indipendenti e filofascisti (leader provinciale del movimento fascista è il tristemente noto Cesare Forni). La vita della città nel ventennio fascista fu meno dura che da altre parti grazie al maggiore interesse per la nascente industria meccano-calzaturiera e il successo di quella calzaturiera. Grande importanza aveva assunto la “Settimana Vigevanese, delle calzature e affini” dal 1931 promossa dallo storico Alessandro Colombo, dal presidente della Pro Vigevano Giuseppe Ubezio, l’industriale Pietro Bertolini e monsignor Carlo Dell’Orbo. Nel 1937 la manifestazione assumerà il nome di “Mostra Mercati Nazionale delle calzature”. La II Guerra mondiale La guerra fa la sua prima apparizione con un bombardamento a Cassolnovo la notte fra il 26 e il 27 agosto 1940. Si ricordano, poi, gli episodi della fucilazione di un ignaro impiegato comunale (Giovanni Leone) a seguito dell’uccisione di una camicia nera, della deportazione e successiva morte di Anna Botto insegnante, il bombardamento del ponte sul Ticino nell’ottobre 1944, l’attacco ad un convoglio blindato tedesco il 27 aprile 1945. Anche se la guerra era terminata il 25 aprile 1945, a Vigevano la vera fine del conflitto è solo del 1 maggio successivo quando in città entra il primo convoglio alleato. Siamo nel dopoguerra: primo sindaco è Giovanni Garberini al quale, dopo le elezioni del 1946, succede il comunista Attilio Bonomi. Nel 1952 è ratificato il carattere internazionale della Mostra delle calzature. Il resto è affidato alla cronaca degli ultimi 50 anni della città alla quale si rinvia (vedi Cronaca). | da "Vigevano nelTempo"STORIA DI PODESTA' E SINDACIPrime notizie: 1221: (lettere dell’11 e 13 gennaio) podestà di Vigevano Peracio Marcellino, milanese. Periodo dei podestà 1221-1776 Marcellino Peracio 1221 Rodolfo della Croce 1227 ..lacuna fino al 1375 Petri de’ Octabollis 1376 Galeazzo de’ Berettonis 1377 Giovanni de’ Formengranis 1378 Stefano de’ Formengranis 1378 Cristoforo de’ Pandulis 1379 Giovanni de’ Pelizzaris 1380 Bartolomeo de’ Madio 1381 ..lacuna fino al 1408 Conte di Biandrate 1409 Giacomo de’ Poma 1410 Conte di Biandrate 1411 Giaocomo deè Barbavaris 1411 Cristoforo de’ Mondollis 1412 Ambrogio de’ Remollis 1413 Alessandro de’Paranin 1414 Antonio de’ Iuntratis 1416 Conradolli de’ Stanghis 1416 Lorenzo de’ Longis 1420 Ardengo de’ Folpetris 1422 Cristoforo de’ Passini 1426 Tomaso de’ Gonalis 1427 Ardengo de’ Folpetrini 1428 Lorenzo de’ Longis 1429 Ruffini (cugini) 1430 Giacomo de’ Bastici 1431 Ruffini (cugini) 1432 Giacomo de’ Bastici 1433 Beltramini de’ Ferrarsi 1433 Bassiani de’ Moscardis 1434 Giovanni de’ Pettra 1434 Lazzaro de’ Collis 1435 Giovanni de’ Pettra 1435 Bassiani de’ Moscardis 1435 Francesco de’ Bertonis 1435 Antonio de’ Biffignandi 1436 Francesco de’ Madjis 1436 Giovanni de’ Bellasi 1436 Giovanni de’ Trovamalis 1436 Pietro de’ Trovamalis 1437 Giovanni de’ Ylarchis 1440 Lorenzo de’ Trovamalis 1440 Lazzaro de’ Collis 1440 ..lacuna fino al 1448 Giovanni de’ Prochis 1449 Tomaso de’ Ghiglinis 1451 Leone de’ Camerino 1452 Abramo de’ Ardicis 1455 Evangelista de’ Linoa 1456 Paolo de’ Braschis 1456 Ettore Montemerlo 1458 Giovanni Pietro de’ Glussiano 1461 Giovanni Pagnani 1463 Filippo de’ Aliprandis 1463 Giovanni de’ Montezollo 1463 Scazoli de’ Anfossi 1466 Sonzoti de’ Anfossi 1466 Bonaventura de’ Azayno 1470 Ventura de’ Mayno 1472 Bonaventura de’ Azayno 1473 ..lacuna fino al 1486 Francesco de’ Pandulfis 1486 Cristoforo de’ Longis 1489 …lacuna fino al 1496 Giorgio de’ Rizi 1497 Francesco de’ Lazzaronibus 1498 ..lacuna fino al 1517 Teodoro de’ Borgorotti 1517 Giovanni de’ Guttoni 1517 Polidori de’ Belinzaghi 1518 Raffaelis de’ Vastamilis 1519 Lino de’ Ghirardis 1519 Giovanni Francesco de’ Bottis 1520 Lorenzo de’ Simbaldis 1520 Giovanni Francesco de’ Bottis 1521 Giovanni Valori 1522 Nicola de’ Barcollinis 1523 Raffaelis de’ Vastamilis 1524 Benedetto Aliprandi 1526 Raffaelis de’ Vastamilis 1526 Francesco de’ Candi 1527 Benedetto Aliprandi 1527 Angelo Maria Parona 1529 Pietro de’ Cochis 1529 Francesco Bosii 1529 Battista de’ Nebie 1529 Angelo Maria Parona 1529 Matteo de’ Aldricci 1529 Fabrizio de’ Vastamilis 1529 Giovanni Pisonibus 1530 Angelo Maria Parona 1530 Giovanni Pisonibus 1531 Giovanni Passorelli 1532 Giacomo Passerotis 1534 Domenicus Bonifortus de’ Petra 1534 Francesco de’ Lande 1535 Giovanni della Porta 1536 Alesando Biragis 1536 Francesco Balduini 1538 Angelo Galimberti 1538 Giulio Galimberti 1538 Tomaso de’ Petra 1539 Giuseppe de’ Cavenzago 1540 Andrea de’ Zerbis 1541 Francesco Balduini 1542 Francesco de’ Cande 1543 Onorato de’ Dragonis 1543 Pietro Ambrogio Toscani 1543 Andrea de’ Zerbis 1546 Nicolai de’ Siner 1546 Alessandro Ongaretti 1546 Angelo Maria Parona 1546 Nicolai de’ Barchiolis 1547 Bartolomeo de’ Albonesio 1547 Gerolamo Tonsi 1547 Francesco Simone del Pozzo 1547 Martino de’ Muraltis 1548 Tullio de’ Albonesi 1549 Francesco Scipione del Pozzo 1550 Alessandro de’ Piolis 1551 Federico Massini 1551 Pietro Ansi 1551 Andrea de’ Zerbis 1553 Vincenzo de’ Caballi 1554 Giovanni de’ Rodulfis 1554 Cesare Lampugnani 1555 Giovanni Battista de’ Advocatis 1556 Antonio Maria de Calloso 1557 Matteo de’ Previde Rosamarina 1558 Marco de’ Cicalini 1558 Pietro Paolo de’ Cattaneo 1559 ..lacuna fino al 1562 Silvio Resta 1562 Pietro Francesco de’ Casase 1563 Gian Giacomo Araldi 1564 Ottoboni Fossati 1564 Guarnirei de’ Lignani 1565 Cristoforo Visconti 1565 Giorgio Visconti 1565 Gio Jacopo Toscano 1566 Cesare Lampugnani 1567 Giuseppe Garroni 1569 Francesco de’ Tinti 1569 Antonio de’ Bulchis 1570 Alfonso de’ Palaresji 1570 Giuseppe Garroni 1570 Bartolomeo Brasche 1570 Giovanni Lambertenghi 1571 Alfonso de’ Palaresji 1572 ..lacuna fino al 1577 Gian Paolo Casati 1578 Camillo Catie 1578 Giuseppe de’ Blanchi 1579 Fabrizio Vistarini 1580 Giovan Battista Castani 1581 Andrea Massa 1582 Luidi de’ Motijs 1583 …lacuna fino al 1589 Ottavio Simoneta 1590 Giovan Battista Brippii 1590 Giacomo Lanzavecchi 1591 Ambrogio Marinoni 1591 Alfonso Ossorij de’ Chinara 1591 Giacomo Comasino 1593 Francesco Visconti 1594 Giovanni Battista Bosii 1594 Marziano de’ Torniellis 1594 Antonio Ayale 1598 Antonio Gutierrez de Oblanca 1600 Gaspare Bordus 1601 Antimonio Ayale 1601 …lacuna fino al 1608 Giovanni Lacchini 1609 Marco Ferrari 1609 Gain Francesco Moratori 1610 Giangiacomo Ranerius 1611 Giovanni Lacchini 1612 ..lacuna fino al 1625 Antonio Tornelli 1625 Orazio Campani 1625 Antonio de’ Bastici 1626 Antonio Maria Ricci 1626 Antonio de’ Bastici 1627 Antonio Maria Ricci 1628 Antonio de’ Bastici 1629 Vincenzo Zanicotti 1630 Scipione Cavallo 1630 Giovanni Nigroni 1631 Alberto de’ Cannibis 1632 Giovanni Mendoze 1633 Giovanni Battista Castiglione 1634 Giovanni Mendoze 1634 Giovanni Battista Castiglione 1635 Francesco Arneriy 1635 Carlo Mirabili 1636 Gerolamo Casati 1636 Carlo Mirabili 1637 Antonio Bastici 1638 Francesco Poni Albamirani 1638 Giovanni Battista Castiglione 1639 Alessandro Nicola Guastarini 1641 Francesco Sartirana 1642 Giovanni Carate Olasso 1643 Francesco Sartirana 1645 Antonio Fabrizio Guaschi 1645 Agostino Predosso 1645 Giuseppe de’ Arce Cabrera 1646 Antonio Cassani 1646 Carlo Clerici 1647 Alessandro Fontana 1647 Alessandro Sinibardi Bordi 1648 Carlo Corij 1649 Giovanni Battista Goldoni 1650 Ambrogio de’ Blancis 1653 Don Roderici Reyero de’Pennaroyus 1654 Carlo Francesco Galli 1656 Alonsi de’ Hevredia 1656 Giovanni Balbi 1657 Giovanni Battista Morselli 1658 Giovanni Battista Barlotti 1658 Giacinto Celada Bulgarini 1659 Carlo Francesco Fontana 1662 Giovanni Battista Rasoi 1664 Francesco Balduini 1666 Giacinto Celada Bulgarini 1668 Antonio Cittadini 1670 Alessandro Terzaghi 1672 Paolo Clusiani 1674 Bartolomeo Rossoni 1676 Giovanni Battista Laude 1677 Pietro Ciconee 1679 Angelo Meriggia 1680 Giovanni Battista Belcredi 1684 Massimiliano Moroni 1685 …lacuna fino al 1689 Giulio Cesare Vicomescati 1690 Diamantis Marinoni 1690 Francesco Brunoris 1696 Gerardo Antonio Vicci 1698 Pietro Giorgio Gentili 1700 Ercole Arborio Gattinara 1702 Giovanni Barbavara 1704 Arenzo Beneche 1706 Tomaso Arcecabieve 1707 Ercole Arborio Gattinara 1708 Alessandro Antonio Sardi 1712 Giulio Cesare Beretta 1714 Alessandro Antonio Sardi 1716 Paolo Salier 1720 Antonio Casellis 1722 Ignazio Raverta 1724 Giuseppe Raffaellis 1725 Giovanni Maria Aliprandi 1727 Francesco Alarij 1730 Pietro Begetti 1733 Pompeo Frambille 1735 Paolo Antonio Pestagalli 1736 Federico Ferrari 1738 Eugenio della Fluente 1738 Francesco Ignazio Besotius 1739 Giacomo Maria Arrigoni 1740 Francesco Moros d’Alcala 1742 Michele de’ Villata 1743 Giovanni Maria Ratti 1745 Giovanni Battista Pusteria 1749 Giovanni Battista Ajmo 1755 Giovanni Battista Barletti 1758 Ajone Pavia 1760 Giuseppe Barili 1764 Antonio Preverino 1765 Gianfrancesco Portaluppi 1771 Ambrogio Mola 1772
1776 – 1926: il periodo dei sindaci Pio Silvia 1776 Bisio Bernardi Biffignandi 1776 Francesco. B. Biffignandi 1776 Giovanni Domenico Pisani 1777 Pietro Giorgio Brambilla 1777 Giovanni Battista Morselli 1778 Francesco Contardini 1778 Antonio Fusi 1779 Pio Silva Bosio 1779 Paolo Antonio Fassina 1780 Carlo Merula 1780 Giovanni Merula 1781 Domenico Pisani 1781 Ambrogio Mantegazza 1782 Antonio Biffignandi 1782 Pietro Giorgio Brambilla 1782 Antonio Fusi 1783 Giovanni Battista Morselli 1783 Ambrogio Scotti 1784 Francesco Contadini 1784 Paolo Antonio Fascina 1785 Ambrogio Monti 1785 Tomaso Cotta Morandini 1786 Carlo Merula 1786 Andrea Tornagli 1787 Pietro Giorgio Bambilla 1787 Giuseppe Silva 1788 Ambrogio Mantegazza 1788 Ambrogio Scotti 1789 Giovanni Battista Morselli 1789 Paolo Antonio Fascina 1790 Francesco Contardini 1790 Tomaso Cotta Morandini 1791 Matteo Vandone 1791 Giuseppe Ferrari 1792 Giovanni Bellotti 1792 Giacomo Fusi 1793 Antonio Biffignandi 1793 Andrea Tornago 1794 Pietro Giorgio Brambilla 1794 Ambrogio Scotti 1795 Ambrogio Mantegazza 1795 Paolo Fassina 1796 Francesco Contardini 1796 Andrea Cotta Morandini 1797 Giovanni Ferrari 1797 Andrea Morselli 1798 Antonio Portaluppi 1798 Giacomo Semper 1799 Ambrogio Scotti 1800 Antonio Fusi 1800 Giovanni Della Croce 1801 Tomaso Cotta Morandini 1801 Matteo Vandone 1802 Tomaso Cotta Morandini 1802 Giovanni Battista Vandone 1802 Giovanni Battista Morselli 1802 Ambrogio Scotti 1802 Antonio Fusi 1802 Giovanni Battista Vandone 1802 Giovanni Della Croce 1802 Vincenzo Deomini 1802 Giulio Modanino 1803 Giovanni Della Croce 1804 Giuseppe Fusi 1804 Vincenzo Deomini 1804 Degatti 1804 Andrea Tornaghi 1804 Giulio Mondasino 1804 Bernardino Della Croce 1804 Andrea Tornaghi 1805 Pietro Morselli 1805 Giorgio Bianchi 1805 Giovanni Battista Pisani 1805 Giovanni Maria Pozzi 1805 Giovanni Battista Vandone 1805 Pietro Bianchi 1806 Antonio Fusi 1806 Giuseppe Biffignandi 1806 Antonio Fusi 1806 Pietro Morselli 1806 Giuseppe Biffignandi 1806 Giovanni Battista Vandone 1814 Giuseppe Persani 1815 Giuseppe Biffignandi 1819 Giovanni Della Croce 1821 Giuseppe Priora 1823 Giuseppe Persani 1823 Giuseppe Priora 1823 Giuseppe Persani 1823 Giuseppe Priora 1823 Paolo Gusberti 1825 Giuseppe Sassi 1830 Marcello Saporiti 1831 Giovanni Battista Morselli 1834 Paolo Gusberti 1836 Giovanni Battista Vandone 1841 Domenico Pisani 1844 Giuseppe Priora 1846 Stefano Colli Cantone 1850 Luigi Ferrari Trecate 1858 Andrea Sacchetti 1857 Luigi Ferrari Trecate 1858 Andrea Sacchetti 1859 Davide Campari 1859 Giuseppe Antonio Casale 1859 Giuseppe Ferrari Trecate 1860 Carlo Debenedetti 1864 Pierluigi Bretti 1865 ..nessun sindaco fino al 1888 Pietro Ferrari Trecate 1889 Giovanni Battista Robutti 1895 Cesare Vandone !897 Giovanni Battista Robutti 1899 Ulisse Marazzani 1902 Giovanni Vidari 1903 Emilio Ferrari- Comm. Pref. 1903 Ulisse Marazzani 1904 Paolo Niggi – Comm. Pref. 1910 Luigi Zanetti 1911 Carlo Alberto Cazzani 1914 Roberto Picchioni – Comm. Pref. 1919 Camillo Bialetti 1920 Pietro Lotti – Comm. Pref. 1922 Pietro Giulini – Comm. Pref. 1922 Gino Corti 1923 Rocco Invernizzi – Comm. Pref. 1923 Michele Fortunato- Comm. Pref. 1924 Beniamino Maselli – Comm. Pref. 1924 Carlo Alberto Cazzani 1924 Domenico Campanelli . Comm. Pref. 1925 Giuseppe Scotti 1926 1926 – 1945 Il periodo dei Podestà
Giuseppe Scotti 1926 Mario Gianoli 1936 Giuseppe Cobianchi .- Comm. Pref. 1940 Defendente Meda – Comm. Pref. 1940 Carlo Zanetti – Comm. Pref. 1940 Gerolamo Speciale – Comm. Pref. 1940 Giuseppe Maselli – Comm. Pref. 1943 Ettore Stangalino – Comm. Ref. 1943
Dal 1945: il ritorno dei sindaci
Francesco Garbarino 25.4.1945 Attilio Bonomi 25.4.1946 Paolo Morselli 30.8.1950 Ernesto Boselli 27.5.1951 Francesco Soliano 27.5.1956 Pietro Piazza 9.1.1958 Corasmino Maretti 29.12.1960 Franco Pozzi 26.1.1965 Francesco Mognaschi – Comm. Pref. 16.5.1965 Gastone Veronese 4.2.1966 Mario Zaccone 22.6.1968 Ermanno Nobile 12.2.1969 Franco Pozzi 27.5.1969 |